Il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo patto che regolamenta le migrazioni e gli ingressi dei cittadini extra europei ai confini con gli Stati d'Europa. Lo Studio dell'Avvocato Eugenio Tummarello spiega in pillole i punti fondamentali. Ora l'intesa dovrà essere approvata dal Consiglio Europeo e una volta raggiunto il consenso diventerà Legge da applicare tra gli Stati dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale UE. In sostanza non viene modificato il Regolamento Dublino, e quindi rimane la regola della responsabilità del "Paese di primo approdo" nel ricevere la domanda di asilo. Viene poi esteso il principio di responsabilità solidale tra gli Stati Europei che non sono coinvolti direttamente nel flusso migratorio, e che dovranno obbligatoriamente ricevere ricollocamenti di migranti o versare un corrispettivo di quota in denaro (20.000 euro a migrante). Non viene stabilito nulla tuttavia su eventuali sanzioni per gli Stati che non aderiscono. Viene previsto un sostegno ed un aiuto finanziario per i Paesi sottoposti a maggior pressione migratoria, disponendo una procedura di screening ai confini UE per i migranti arrivati via terra o via mare nelle zone di search and rescue (operazioni S.A.R.). La procedura di screening consiste nell'identificare i migranti entro 7 giorni in centri appositi, dove vengono sottoposti anche a controlli di salute e di sicurezza. I dati biometrici (volti, impronte digitali) sono poi raccolti nella banca dati Eurodac così da poter essere monitorata in contemporanea dalle Forze di Polizia degli Stati UE. È previsto un meccanismo di monitoraggio forte e indipendente in ogni Stato membro per proteggere i diritti fondamentali delle persone sottoposte a screening. Nasce poi un coinvolgimento degli Stati di partenza e di transito dei richiedenti asilo coinvolti nei flussi migratori, con i quali l'Europa intende stabilire degli accordi internazionali per prevenire le partenze irregolari. Questa decisione, tuttavia, è stata criticata dalle Associazioni e dalle O.N.G. che difendono i diritti umani, che hanno dichiarato "la fine del diritto di Asilo".
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Il Regolamento UE 604/2013 (conosciuto come Regolamento Dublino III) stabilisce, tra le varie norme, i criteri di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino extracomunitario in due Stati Membri dell'Unione Europea.
La Corte di Giustizia dell'Unione Europea sentenza_corte_giustizia_dublino_30_11_2023.pdf ha statuito che l’obbligo di fornire le informazioni contemplate nell’opuscolo comune di cui al Regolamento Eurodac si impone tanto nell'ambito di una prima domanda di protezione internazionale e di una procedura di presa in carico, quanto nell'ambito di una domanda di protezione internazionale successiva e di una situazione di ripresa in carico. Quindi sia per il primo Stato Membro che per il successivo Stato Membro interessato alla domanda di protezione internazionale. E medesime considerazioni sono state tratte anche in riferimento al colloquio personale previsto dall'articolo 5 del Regolamento Dublino III. Ciò significa che anche al secondo Stato Membro dell'Europa in cui è presentata una domanda di asilo (già rivolta in precedenza ad altro Stato) si impone comunque di osservare quelle garanzie di legge a tutela del richiedente asilo sulla consegna dell'opuscolo informativo e sullo svolgimento di un'audizione personale. Questo Studio si è occupato di lavorare su diversi casi di procedure "Dublino", e di recente ha seguito con successo il mantenimento nel nostro Paese di un Cliente che nel tempo trascorso per decidere sul rimpallo di competenze sulla sua domanda di asilo aveva trovato lavoro stabile e produceva reddito nello Stato, e grazie alla professionalità dello Studio Legale Tummarello è riuscito ad ottenere il risultato desiderato. Si rimane a disposizione per ogni necessità del caso, offrendo aggiornamenti sul tema. Lo Studio Legale dell'Avvocato Eugenio Tummarello è lieto di annunciare in questo mese di Febbraio 10 anni di professionalità maturata.
L'esperienza acquisita nel settore del Diritto è sempre stata rivolta alla completa tutela di ogni individuo che è stato seguito dallo Studio. Si offre oggi ancora di più alla clientela che si voglia affidare allo Studio Legale una completa conoscenza del diritto con l'obiettivo di soddisfare in pieno il servizio richiesto. I settori del diritto gestiti con padronanza delle procedure e preparazione delle continue modifiche sono quelli, in particolare, del diritto dell'Immigrazione e del diritto Penale, oltre le materie mostrate nel presente sito internet. Grazie sempre per la fiducia fin qui dimostrata, e per quella che vorrete porgere. Studio Legale Avvocato Eugenio Tummarello Lo Studio Legale dell'Avvocato Eugenio Tummarello ha recentemente curato i diritti di un cittadino extra-comunitario, il quale si era visto notificare dalla Questura un'espulsione dal territorio italiano con partenza volontaria. E' stato dunque predisposto un intervento difensivo per chiedere l'immediata invalidità del provvedimento di allontanamento dal territorio, con la preparazione di un Ricorso avanti al Giudice di Pace territorialmente competente.
L'espulsione in aggiunta conteneva il divieto di reingresso in Italia per un determinato periodo temporale disposto, questa volta, dalla Prefettura. L'Avvocato ha quindi presentato un'istanza motivata di cancellazione del suddetto divieto di reingresso facendo leva sull'osservanza del termine di partenza volontaria prescritta in via ordinatoria, così come disposto dalla normativa in materia di immigrazione. Lo Studio rimane disponibile per qualsiasi necessità del Cliente nei settori di competenza mostrata nel presente sito web. E' di oggi la notizia apparsa sui giornali della firma del primo protocollo di intesa tra la Premier italiana ed il primo Ministro Albanese sulla costruzione di due Centri di accoglienza per richiedenti asilo in Albania.
Si tratterebbe della costituzione di due Centri interamente gestiti da personale italiano, uno per le richieste di primo accesso alla procedura ed un altro per i rimpatri su chi non ha diritto a presentare la domanda, quest'ultimo un ex base militare dotata di aeroporto che fungerebbe da decollo per i ricollocamenti. Il patto, ad avviso di chi scrive, sembrerebbe presentare diverse criticità di ordine legislativo sul diritto internazionale e comunitario finora applicato per le regole da osservare in merito alle richieste di asilo presentate da cittadini extra-comunitari verso un Paese UE, come è stato finora l'Italia. In tal senso restano da chiarire molti aspetti. Innanzitutto la giurisdizione applicabile ed in quale misura, e cioè se la domanda di asilo debba essere giudicata da un Giudice Italiano od Albanese. Quali siano le procedure applicabili sul soccorso in mare, se in area albanese e con quali conseguenze per il richiedente asilo. Quali regole applicare sull'allontanamento dai Centri del migrante che ha presentato la domanda di asilo nelle strutture gestite dall'Italia, e poi si sposta su un territorio di sua accoglienza che in verità risulta essere un Paese non europeo. La partita rimane aperta ed una delle proposte presentate sembrerebbe quella di adottare un pattugliamento Misto di di Forze Italiane ed Albanesi sulle aree marine interessate dagli sbarchi. Verrebbe da pensare anche un coinvolgimento della città di Ancona in tali misure di politica migratoria decisa dall'Italia poiché dal porto si trova direttamente collegata con l'Albania, con probabili ripercussioni in termini di numeri di arrivi di richiedenti asilo nel capoluogo Dorico. Seguiranno aggiornamenti sul questa nuova iniziativa in materia di immigrazione, materia interamente gestita dalla pluriennale esperienza dello Studio Legale dell'Avvocato Eugenio Tummarello. Da quando è salita al Governo la Premier Meloni ed i suoi alleati politici sono al 3 intervento di Legge in materia di Immigrazione, prima con il Decreto Legge n. 23/2023 detto "Decreto Cutro" in cui è stata disposta una decisa limitazione al rilascio della protezione speciale e poi in seguito con gli ultimi interventi normativi che andiamo ad esaminare brevemente, in particolare l'ultimo il Decreto Legge n. 124/2023. Il tutto nell'intento di limitare o comunque di arginare il fenomeno dell'immigrazione irregolare anche cercando di coinvolgere i Paesi di partenza tra cui la Tunisia con la quale si sta cercando di definire un memorandum di intesa che, tuttavia, non tutti i Paesi dell'Europa vogliono accettare e sottoscrivere.
L'ultima disposizione di Legge entrata in vigore riguarda ulteriori provvedimenti volti alla repressione dell'immigrazione irregolare,, ed in particolare tra le novità si prevede il prolungamento della permanenza nei centri per il rimpatrio fino ad un massimo di 18 mesi ed il pagamento di una cauzione di € 5.000,00 a singolo migrante come garanzia finanziaria durante lo svolgimento della procedura per l’accertamento del diritto di accedere al territorio dello Stato per i richiedenti asilo. Si prevede poi la costruzione di nuovi CPR (centri di permanenza e rimpatrio) almeno uno per ogni Regione d'Italia. La garanzia finanziaria è prestata in un’unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa, è individuale e non può essere versata da terzi e laddove lo straniero si allontani indebitamente, il Prefetto del luogo ove è stata prestata la cauzione procede all’escussione della stessa. A parere di chi scrive Il provvedimento sembra avere una mera e tenue efficacia deterrente, in quanto ben difficilmente lo straniero avrà i mezzi finanziari per versare la cauzione. Si tratta per la stragrande maggioranza dei casi di donne, minori, anche uomini che hanno vissuto di tutto spesso nella funestata Libia, e che al 99% dei casi devono pagare degli scafisti per tentare l'attraversamento dei mari. Dunque difficilmente tali persone avranno le possibilità economiche di versare l'ulteriore garanzia finanziaria di € 5.000,00 per poter accedere alla procedura di asilo. Si consideri che già un Tribunale d'Italia (Catania) ha ritenuto illegittimo in più parti il decreto del Governo che impone la cauzione, non convalidando il fermo dei migranti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo e la fantomatica "cauzione" da 5 mila euro. Vedremo i prossimi interventi in materia, e lo Studio dell'Avvocato Eugenio Tummarello in qualità di massimo esperto nel settore resta a disposizione per ogni richiesta di consulenza legale. In tema di graduatorie per l’assegnazione delle case popolari lo Studio dell'Avvocato Eugenio Tummarello, socio ASGI per la Regione Marche, segnala ai lettori del sito la pronuncia della Corte costituzionale con sentenza n. 45/2023 del 17.07.2023 che ha dichiarato incostituzionale la legge n. 36/2005 della Regione Marche che prevedeva un requisito di almeno cinque anni di residenza continuativa nella regione per accedere alle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari.
I Giudici hanno ritenuto il requisito di lungo-residenza contrario ai principi di uguaglianza e ragionevolezza sanciti dall’art. 3 della Costituzione, dichiarando l'incostituzionalità della normativa regionale discriminatoria sui requisiti di accesso previsti per tutti. La pronuncia richiama la sentenza n. 44/2020, frutto di un ricorso promosso dall’ASGI contro un analogo requisito presente nella legge regionale ERP della Lombardia, rispetto alla quale la Corte rileva un’”assoluta sovrapponibilità della fattispecie normativa“ (corte-cost.-pronuncia_145_2023-lr-marche.pdf). Si vuole segnalare un'interessante pronuncia del Tribunale di Bologna (N.14333/2022 R.G.) in cui il Giudice riconosce ed accerta il diritto di un richiedente la protezione internazionale a presentare entro i termini di Legge la domanda di Asilo e, conseguentemente, a poter accedere alle misure di accoglienza con il rilascio di un permesso di soggiorno per richiesta Asilo della validità di 6 mesi. SI ricorda che questo consente la regolarizzazione sul territorio e la possibilità dopo 60 giorni di accedere al mercato del lavoro. Nel caso giudicato dal Tribunale di Bologna la Questura di Parma aveva negato in più occasioni la presentazione della domanda, richiedendo una dichiarazione di ospitalità e negando la formalizzazione dell'istanza. Il Giudice ha riconosciuto il diritto della persona a richiedere Asilo entro un termine di 20 giorni, e la possibilità di accedere alle misure di accoglienza nelle strutture CAS disponibili riconoscendo la violazione di un diritto soggettivo da parte della Questura resistente in giudizio, e decidendo quindi di dover tutelare il richiedente ai sensi della normativa di settore. Lo Studio dell'Avvocato Tummarello resta a disposizione per ogni approfondimento del caso e per ogni richiesta di assistenza nella materia dell'Immigrazione
Il Decreto Legge c.d. "Cutro" n. 20/2023 convertito in Legge n. 50/2023 ha introdotto varie modifiche alle procedure riguardanti la domanda di protezione internazionale e tutta la fase conseguente alla domanda di asilo. Viene introdotta una nuova Lista di Paesi di Origine "SICURI", ossia che non rappresentano per lo Stato Italiano (e per l'Unione Europea) un rischio e cioè un Paese in cui NON sussistono violazioni di diritti umani o un rischio per i suoi cittadini di poter essere soggetti a violazioni di diritti umani in caso di rimpatrio come ad esempio la tortura o un trattamento disumano e degradante basato sulle opinioni politiche, l'appartenenza a un certo gruppo sociale, sulla propria identità sessuale, etc.
L'effetto è quello di ritenere immediatamente inammissibile la domanda di asilo presentata da coloro che provengano da uno di questi Paesi inseriti nella Lista, per cui ogni domanda di protezione dovrà ritenersi manifestamente infondata e verrà trattata in via accelerata con il dimezzamento dei termini procedurali ordinariamente previsti secondo la normativa di settore vigente. attualmente la Lista comprende 16 Paesi, ed ora vi rientrano anche la Nigeria, il Ghana, la Georgia ed il Gambia. Lo studio dell'Avvocato Eugenio Tummarello, altamente formato in tema di procedure di immigrazione da anni, resta a disposizione per ogni necessità del caso. Seguiranno ulteriori Post in "pillole" sulle recenti novità introdotte così da aiutare il lettore per la comprensione delle singole modifiche introdotte a far data dal Maggio 2023. E' attualmente in discussione al Senato la proposta di modifica al "Decreto di Cutro", ossia quella misura presa dal Governo a seguito dei tragici eventi delle ultime settimane relativi ai flussi migratori in costante arrivo sui nostri confini territoriali del Mediterraneo, al fine di pervenire e contrastare l'immigrazione irregolare.
L'emendamento ora proposto dalla maggioranza prevede la cancellazione del permesso per protezione speciale che era stato introdotto dal Decreto Lamorgese nel 2020, dopo che il "Decreto sicurezza" dell'allora Ministro dell'interno Salvini nel 2018 aveva eliminato il permesso per protezione umanitaria. Ciò che preme mettere in luce oggi nell'Aprile del 2023, al di là di ogni opinione personale sulla coerenza di abolire tale permesso di soggiorno, è una valutazione sugli effetti che tale abolizione può determinare sulla nostra società. Appare un chiaro "ritorno al passato", ossia un ritorno a quel 2018 che aveva cancellato con un colpo di spugna una misura di soggiorno che aveva regolarizzato, legalmente, sul nostro territorio persone che hanno mantenuto, e mantengono tuttora, dei legami familiari o lavorativi già in essere da un considerevole tempo sempre sul nostro territorio. Quel permesso, ossia quello "umanitario" prima e quello per "protezione speciale" poi, garantiva ed aveva garantito fino ad ora il rispetto di tutti quei principi sanciti nella nostra Carta Costituzionale: uno fra tutti il diritto di chiedere Asilo e di non essere costretto a tornare in luoghi dove vengono violati i diritti umani. La protezione speciale ha fino ad oggi costituito una misura di legalizzazione che, tanto per scrivere esempi banali, ha consentito a molti cittadini extra-comunitari di "dichiararsi legalmente sul territorio", di potersi iscrivere ad un corso di studi o di collocamento al lavoro, di poter pagare le tasse, essere portatori di diritti e doveri tali e quali ai cittadini italiani al fine del conseguimento (anche) di un buon risultato in termini di PIL tanto caro al Governo in carica; per non parlare dell'effetto sulla percentuale di "nascite" in un Paese, l'Italia, a forte recessione demografica dove in termini statistici sembra che i c.d. "stranieri" siano coloro che maggiormente generino figli. Eliminare tale misura, oggi, significa fare un passo indietro e reintrodurre l'illegalità, la criminalità, il permanere in Italia senza un titolo di soggiorno, togliere valore e stabilità a legami familiari consolidati, e ciò con ogni conseguenza peggiorativa anche sul nostro tessuto sociale. In questo scenario il Governo continua a sostenere che la protezione speciale sia uno strumento che ha solo l’Italia, e che si tratterebbe di una forma di sanatoria permanente. Ma nell’Unione Europea ci sono 18 Paesi su 27 che hanno una forma complementare di protezione, che quindi aggiunge un terzo permesso di soggiorno ai due che derivano dalla protezione internazionale (permesso per rifugiato e per protezione sussidiaria). Vedremo nei prossimi giorni quali provvedimenti verranno decisi sull'argomento, materia che da sempre occupa professionalmente lo Staff dello Studio Legale Tummarello per ogni questione che riguardi il Diritto dell'Immigrazione ed i suoi sviluppi. |
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Aprile 2024
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