Sono stato di recente nominato come Avvocato di ufficio dal Tribunale di Sorveglianza di Ancona per assistere 10 detenuti che nel carcere locale di Montacuto avevano presentato reclamo ai sensi dell'art. 35-ter dell'Ordinamento Penitenziario per chiedere il riconoscimento di un periodo di detenzione espiato in condizioni "disumane", ossia in violazione dell'art. 3 della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU). Questo articolo in sostanza sancisce che nessuno puo' essere sottoposto a tortura ne' a pene o trattamenti inumani o degradanti, e cio' anche nel periodo di detenzione. E' stato per me motivo di studio ed approfondimento della disciplina che regola la fase esecutiva della pena e di tutto cio' che riguarda le modalita' di espiazione della condanna. Se viene provato che il detenuto e' stato in un carcere con celle dalla metratura inferiore a 3 mq a persona, al netto della superfice calpestabile, in condizioni igieniche precarie, assenza di areazione e di regolare illuminazione per singolo individuo, con rischio concreto di contrarre malattie, carenza di acqua potabile e condivisone di letti in piu' detenuti, v'e' la possibilita' di ottenere il riconoscimento dal Tribunale di Sorveglianza che valuta le condizioni di espiazione della pena di 1 giorno di detenzione da sottrarre per ogni 10 giorni espiati in violazione delle condizioni suindicate, oppure ottenere 8 Euro di risarcimento per ogni giorno espiato in violazione di tali parametri se il detenuto ha gia' scontato la sua condanna.
Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti in materia ricordando a tutti (ed a me stesso in primis) che anche il detenuto e' un essere umano ed oltre a dover espiare la sua condanna ha diritto ad essere trattato come una persona scontando la sua pena in condizioni di normale civilta'.
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Giugno 2024
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