In tema di Diritto dell'immigrazione sono rimasto colpito dall'ultima proposta dei Ministri dell'Unione Europea sulla possibilità di istituire degli "hot spot galleggianti", ossia dei punti formali ed Istituzionali dell'Unione Europea a largo delle coste dei Paesi membri ed al di fuori delle loro singole acque territoriali di 12 miglia marine.
Questi centri di raccolta delle domande di Asilo si dovrebbero dunque sistemare fuori dall'Europa, e verso il mare aperto con la finalità di intercettare a poche miglia di distanza le barche, i gommoni e quant'altro viene utilizzato dagli scafisti o dai trafficanti di esseri umani per la traversata che va dalla costa Nord africana fino all'Europa, in realtà come abbiamo già visto in gran parte fino all'Italia. A prima vista la proposta appare un tentativo di evitare il sovraffollamento sistematico di migranti verso un singolo Paese dell'UE, e cioè quelli esposti maggiormente alle coste africane, l'Italia prima su tutti. E' come se si pensasse di spostare di miglia o chilometri più a largo il confine territoriale dell'Europa. Non discuto sull'utilità o meno dell'idea, ma più che altro sollevo dubbi sull'effettivo funzionamento di queste "boe galleggianti" in mare aperto e su come esse si potrebbero organizzare per intercettare prima, ed esaminare al dettaglio in seguito, le singole imbarcazioni con il carico di migranti a bordo spesso in condizioni di estremo bisogno di prima assistenza, come cibo e cure sanitarie, più che di esame della singola posizione giuridica. L'idea era stata del leader della Lega che aveva pensato di utilizzare le piattaforme in disuso dell'ENI in mare aperto per farne un centro di raccolta e smistamento dei migranti. Pensiero seguito poi dal nostro Ministro degli Interni che l'ha rilanciato avanti all'Unione Europea anche pensando all'uso diretto delle nostre Navi Militari e, come dallo stesso ammesso, ciò sembra essere una soluzione a noi Italia di sicuro conveniente per quanto abbiamo già dovuto subire come Paese coinvolto in prima linea sulla traversata verso l'Europa. Se devo esprimere un parere personale, mi associo alla linea ed al commento dal Consigliere strategico del CIR (Centro Italiano Rifugiati) in cui mette in luce delle criticità del progetto "hot spot", una su tutti il rischio che le Navi Militari diventino in verità un vero e proprio centro di raccolta ed immediata espulsione verso dove si proveniva. E mi chiedo anche, espulsione come? vengo riaccompagnato dalla Nave stessa? e con quali garanzie sui miei diritti di richiedente asilo? e riaccompagnato dove, se sono stato costretto ad imbarcarmi da lì ma provengo in realtà da un Paese diverso? Ecco che le domande nascono spontanee. Staremo a vedere nei tempi che corrono, e con l'estate alle porte, come l'Unione Europea, e l'Italia, affronteranno la sicura ondata di nuovi migranti in fuga da guerre e situazioni di effettivo pericolo per la vita Visto il continuo fiorire di conflitti e considerato il fenomeno di forte instabilità politica che attraversa oggi l'Africa, ed il Medio Oriente.
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Giugno 2024
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