E' di questi giorni sulle cronache nazionali, ed oltre, il caso della Nave Diciotti ormeggiata a largo delle coste Siciliane con un divieto di attracco sulle coste Italiane partito dal Viminale. Sul cargo erano presenti alcuni migranti Eritrei scappati dalle loro terre e soccorsi dalla Nave per chiedere protezione internazionale. Tralasciando i commenti sulla legittimità o meno di queste persone extracomunitarie di poter chiedere Asilo nel nostro Paese in cui, lo ricordo, tale diritto è previsto nella Costituzione all'art 10 comma 3, preme soffermarmi sul contrasto di potere di Governo che si è verificato per arrivare ad una conclusione della vicenda che si è avuta solo nella tarda sera della giornata di ieri. Sia il Ministro delle Infrastrutture, che è il responsabile della gestione dei Porti di attracco delle coste Italiane, che quello dell'Interno hanno preso delle decisioni contrastanti sulla gestione della Nave, con ciò costringendo per giorni l'equipaggio a dover rimanere a largo delle coste con il rischio di un eventuale arresto per ordini ricevuti (pare) da funzionari del Viminale con l'avallo (pare) del Ministro stesso dell'Interno, tutt'ora sotto indagine dal Procuratore di Agrigento per i reati ipotizzati di tortura e sequestro di persona. V'è da dire che la Nave Diciotti ha bandiera Italiana quindi è territorio della Repubblica e da ciò non si vede la possibilità di poter impedire ad un veicolo della Marina Militare l'attracco al suo stesso porto di bandiera. Le indagini in corso chiariranno la corretta applicazione della Legge, ma l'accaduto pone un accento inevitabile sulla gestione Europea dei richiedenti asilo che sono stati il "nocciolo" del caso venuto alla luce e che hanno visto ancora un volta l'Europa intera voltarsi dall'altra parte quando si parla di suddivisione dei richiedenti asilo all'interno degli Stati UE.
Il Regolamento Dublino che decide tra gli Stati d'Europa chi, come e perché deve giudicare una domanda di Asilo stabilisce che il Paese di primo approdo è quello che deve poi giudicare l'iter della procedura di protezione internazionale. E la Geografia in questo non aiuta lo Stato Italiano che si trova, quotidianamente, a ricevere sbarchi di migranti dall'Africa mentre il resto d'Europa, non esposto come l'Italia, ne rimane al margine. E tutto ciò di fronte ad un crisi epocale umanitaria come quella vissuta dall'Africa che non si può arrestare e che si dovrà studiare nei libri di Storia. Solo una volontà comune Europea di voler affrontare tale fenomeno in maniera congiunta ed equilibrata potrà dare delle speranze per evitare il ripetersi di situazioni come quelle della Nave Diciotti in cui evidenzio come l'Italia si sia trovata, ancora una volta, da "sola" nella gestione del fenomeno migratorio mondiale.
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Giugno 2024
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